Nel precedente post volevo approfondire il lavoro dell'architetto Alessandro Anselmi partendo dal periodo e dal clima in cui si è formato. Abbiamo capito che il paesaggio e la scena urbana lo caratterizzano fortemente soprattutto dagli anni Ottanta dopo che in tutta Europa si sviluppa un'attenzione particolare per il contesto. Vorrei però sottolineare che non è la sola cosa che possiamo attribuire ad Anselmi, lui stesso in un'intervista del 2004 descrive la sua architettura moderna come un intrecciarsi di piani che si arrotolano, curvano, con superfici complesse che dominano i volumi secondari contenuti in queste pareti che fungono da coperta. I volumi semplici e funzionali passano in secondo piano rispetto all'espressività del loro legante che assume spesso due valori, quello appunto strutturale e quello di una "maschera" che coprendo l'architettura deve rapportarsi, mostrarsi, alla città (il Municipio di Fiumicino ne è un esempio che analizzerò a breve...
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